Studio di Harvard sul gioco compulsivo

Howard J. Shaffer della Harvard University è un riconosciuto esperto dei problemi legati al gioco d’azzardo. Sembra che l’incidenza del gioco compulsivo sia diminuita e che il gambling online non favorisca l’insorgere di questo problema. Il Chicago Tribune ha intervistato Shaffer e ha riportato in dettaglio i risultati della ricerca.

Nel corso degli ultimi 35 anni c’è stata una grande crescita del gioco tradizionale. L’incidenza di quello compulsivo però è scesa dallo 0,7% allo 0,6%. In un’intervista al Chicago Tribune, Shaffer ha rivelato alcune conclusioni molto interessanti dei suoi studi sul gioco d’azzardo online. Solo l’1% dei giocatori a livello globale scommette online. Non ci sono prove concrete che l’esposizione al gioco d’azzardo online aumenti il rischio di diventare dipendenti. Negli Stati Uniti solo lo 0,6% dei giocatori d’azzardo sono attualmente classificati come scommettitori con dei problemi.

Gli studi di Shaffer hanno rivelato che circa il 75% di loro hanno problemi di dipendenza di altra natura. E ciò che è cruciale è che le altre dipendenze sono più inveterate di quella verso il gioco d’azzardo online. Statisticamente il 75% di loro ha problemi con l’alcool, il 38% con la droga e il 60% con il fumo.

La ricerca di Shaffer non è affatto isolata. Ci sono anche studi commissionati dalle autorità di regolamentazione, come la Commissione sul gioco d’azzardo britannica, che hanno riportato conclusioni simili. La sintesi è che il gioco compulsivo sia un problema di disabilità, con conseguenze spesso tragiche. Non è però il disatro sociale che si dipinge.