Non c’è crisi nel gioco online

Il business del gioco d’azzardo online non conosce crisi, ogni italiano medio spende all’anno 1450 euro circa per giocare d’azzardo. Per superare la crisi si punta sull’azzardo. Slot machine, videopoker, gratta e vinci, sale bingo: lo Stato offre oggi più di una chance per tentare la fortuna. Ma cresce il numero degli italiani che si rovina tra un click e l’altro, tra una scommessa e una puntatina, con costi sociali e sanitari per il banco, ovvero lo stato, sempre più elevati, a fronte di introiti per l’erario in ribasso. A far emergere la contraddizione è la campagna nazionale Mettiamoci in gioco, promossa da ventuno associazioni della società civile e sindacati tra cui Acli, Anci, Avviso Pubblico, Cgil, Cisl e Libera. Non a caso da un dossier emerge un’Italia in cui il gioco d’azzardo ha un fatturato talmente elevato da farne la terza impresa italiana, con il 4% di PIL prodotto.

Un’impresa che conta su 6181 punti vendita e agenzie autorizzate gioco d’azzardo online dal nord al sud del paese, con più di 400.000 slot machines, una ogni circa 150 abitandi. In Italia si spendono circa 1450 euro a testa, compresi i neonati, per tentare la fortuna con gratta e vinci, lotterie, poker, enalotto, una cifra che sale addirittura a 1890 euro se prendiamo in considerazione solo i maggiorenni. Ottocentomila sono le persone dipendenti dal gioco e quasi due milioni quelli a rischio. L’Italia è al primo posto in Europa e al terzo tra i paesi che giocano di più al mondo. Ma dalle proiezioni dei primi dieci mesi di questo anno, con il contributo del comparto illegale, potrebbe scavalcare Stati uniti e Giappone. Il trend di crescita non ha pari spiega Daniele Poto. Nel settore del gratta e vinci un tagliando su cinque di quelli venduti al mondo è italiano.

Ma tornaimo ai numeri; il fatturato generato dal gioco d’azzardo online legale dello scorso anno è stato di 79,9 miliardi, di cui 8,8 miliardi sono tornati allo stato. La raccolta è aumentata, ma i proventi all’erario per il momento sono fermi. Quest’anno lo stato incasserà probabilmente un miliardo in meno rispetto allo scorso anno, tornando ai livelli di redditività di quattro anni prima. Questo accade perchè i giochi introdotti recentemente godono di una tassazione inferiore ai precedenti. Tuttavia crescono inesorabilmente i costi sociali e sanitari per patologie connesse al gioco d’azzardo: dai 5,5 e i 6,6 miliardi di euro annui, secondo la stima dei promotori della campagna Mettiamoci in gioco.

Senza contare il giro di affari gioco d’azzardo online illegale messo in piedi dalle mafie, stimato per quest’anno in 15 miliardi di euro. Sono 49 i clan che gestiscono e fanno saltare il banco da Chivasso a Caltanissetta, passando per la via Emilia e la Capitale. Le mafie sui giochi non vanno in tilt e si accreditano a essere il quattordicesimo concessionario occulto dei Monopoli di Stato. Cosa fare? Le istituzioni devono essere coinvolte maggiormente per costruire politiche adeguate – sostiene Gabriella Stramaccioni, di Libera – La mafia e la corruzione sono la vera emergenza di questo Paese. Se dal gioco arrivano meno soldi allo Stato è perché quelle risorse stanno entrando alla criminalità.