La privatizzazione azzardo sicura

Il comune di Venezia ha bisogno di entrare nel patti di stabilità e sta puntando al passaggio del casinò veneziano nelle mani dei privati entro fine estate. I numerosi scioperi messi in atto negli ultimi tempi da parte della sala di gioco d’azzardo veneziana sembra che abbiano avuto gli effetti desiderati, ovvero le parti hanno deciso di riprendere le trattative sul futuro del casinò Veneziano. Il tutto, come prevedibile, partendo comunque dal presupposto che qualsiasi accordo tra la dirigenza ed i lavoratori della sala non può prescindere da una condizione fondamentale: che il passaggio del casinò di Venezia ai privati non sia una questione di “se” ma, molto più semplicemente, di tempo.

Secondo quanto dichiarato pubblicamente dal sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, sembra infatti che esista la precisa intenzione da parte delle autorità pubbliche di indire marzo il bando di gara per la cessione della sala entro il mese di marzo in modo da riuscire a chiudere la questione addirittura entro la fine del prossimo giugno. Secondo quanto circola per le stanze più importanti della Serenissima, sembrerebbe che uno dei motivi che stanno spingendo il Comune a premere sull’acceleratore sia il risultato delle recenti elezioni politiche ed il clima di incertezza generato dalla non-vittoria del Partito Democratico.

A conti fatti, si ritiene che la situazione sarebbe stata diversa se le elezioni avessero segnato la nascita di un governo stabile di centrosinistra con alla guida Bersani visto che questo avrebbe determinato la possibilità di evadere vincoli come quel Patto di Stabilità che lo stesso Comune di Venezia ha abbondantemente sforato. Proprio per far fronte all’esigenza di “rientrare” all’interno di quanto imposto dall’Unione Europea e disciplinato dal patto di stabilità, la giunta veneziana avrebbe deciso di procedere con la privatizzazione della sala da gioco nella speranza che questa riesca a permettere una messa in ordine dei conti già prima della fine dell’anno.

Intanto, però, la questione della ‘privatizzazione del casinò di Venezia’ continua a generare critiche molto decise come quella del segretario confederale della Cisl, Lino Gottardello, per il quale la questione combinata con la crisi del fatturato causata dalla crisi economica avrebbe avuto un ruolo chiave nel rallentamento dello sviluppo dell’azienda. Gottardello ha più volte ricordato l’esistenza di progetti in fieri da decenni, come il cambiamento di sede con trasferimento al Quadrante Tessera, oppure la riorganizzazione e lo sviluppo delle sedi già esistenti. Tutte situazioni rimaste in sospeso a causa dell’incertezza sul futuro della sala di gioco d’azzardo, appeso al filo della probabile privatizzazione.