A Milano molto gioco d’azzardo

Ci si gioca tutto, dalla spilla ricevuta in eredità, all’argenteria della lista di nozze, l’automobile, la casa, e alla fine anche la vita. Tutto sembra trasformarsi in soldi per il gioco d’azzardo, a Milano nei primi otto mesi dell’anno scorso i soldi giocati in slot machines, gratta e vinci e altri giochi ha superato i 3,9 miliardi di euro. In Lombardia sola si raggiungono addirittura i 9,4 miliardi, un giro d’affari gigantesto, il cui aumento è proporzionale a quello di chi si ritrova dipendente dal gioco. Da due anni fa, il numero di persone diventate dipendenti dal gioco in cura nei centri specializzati è triplicato, raggiungendo circa le 255 persone a Milano. Rispetto al passato c’è molta meno consapevolezza, il problema rimane sempre la semplicità con cui ci si può avvicinare al gioco d’azzardo, e soprattutto il fatto che la gente che lo fa è sempre più giovane.

Il servizio di cura del territorio italiano si basa su un’attività di counceling telefonico, colloqui e gruppi di supporto. La terapia dura sei mesi: finora, quest’anno solo sei pazienti hanno invece avuto bisogno di terapie farmacologiche, con antidepressivi. La maggior parte delle persone ha bisogno non tanto di una terapia medica, quanto di un supporto nella vita di tutti i giorni. Un servizio che da quattro anni a oggi è rimasto sempre confinato al rango di sperimentazione. Perché? Finora non è stato inserito nei livelli essenziali di assistenza, che prevedono l’erogazione da parte del Servizio sanitario nazionale di prestazioni coperte dal ticket. Il Decreto sanità del ministro per la prima volta prevede l’inserimento delle ludopatie tra i Lea, con conseguente rimborso delle prestazioni. La manovra dovrebbe essere sostenuta dalle entrate create grazie al gioco d’azzardo.

Il Lombardia raggiungono cifre pazzesche, nei primi otto mesi dell’anno ha guadagnato, grazie alle tasse sui giochi, oltre un miliardo di euro, secondo i dati forniti dai Monopoli di stato e dall’agenzia Agipro. Di questi, quasi la metà, ovvero 436 milioni di euro, arrivano dalle giocate fatte nella sola Milano. L’inserimento del gioco d’azzardo patologico tra i Lea è positivo, il problema, però, è che al momento non è previsto un potenziamento degli organici. Di fatto, la cura della ludopatia viene riconosciuta, senza che però vi sia un aumento delle risorse: una contraddizione. Ma chi sono i giocatori d’azzardo milanesi? Sette volte su dieci hanno tra i 30 e i 50 anni, sono quasi tutti italiani, e preferiscono i gratta e vinci e le slot machines.

Prima di chiedere aiuto usano anche il 90% dello stipendio mensile. Le donna hanno più difficoltà a chiedere aiuto normalmente e ammettere che ha problemi. Il problema sta quindi diventando una cosa molto importante a cui va prestata una particolare attenzione, soprattutto quando ad essere troppo appassionati di gioco d’azzardo sono i giovanissimi. Non fatevi coinvolgere troppo, fatelo sempre per divertimento e ricordatevi che se vi accorgete di avere un problema con il gioco e non riuscite a smettere, prima vi rivolgete a un centro di recupero meglio è per voi.