L’Italia è stanca di giocare, e dal gioco d’azzardo non riesce più a incassare gli stessi soldi di una volta. È vero anche che i tempi di magra bisogna cercare di stare vicini alla fortuna, ma se la dea bendata non è al vostro fianco e i bilanci della vostra famiglia sono da disperazione, bisogna rinunciare anche a questo passatempo. I dati che sono stati raccolti sui giochi d’azzardo pubblici, come slot machines, bingo, lotto, poker e quant’altro nei casinò online e in quelli terrestri, parlano di una crescita non omogenea, ma comunque consistente nel tempo. Poi ad un cetro punto gli italiani hanno iniziato a sentire il peso della crisi, di botto, giusto la scorsa estate. A gennaio dello scorso anno c’è stato un particolare picco della raccolta, ma poi i dati hanno iniziato a declinare, e scendere sempre più giù. A luglio la crescita è diventata irrisoria , ad agosto perfino negativa e tale si è mantenuta anche nei mesi successivi.
A valutare anno su anno, per la verità, il dato è ancora positivo ma la raccolta non dà il senso della crisi casinò online, in quanto rileva la massa di denaro che viene giocata senza considerare che molta parte è costituita da soldi vinti e rigiocati: in sostanza – spiegano – gli italiani non tirano più fuori i soldi per rischiarli al gioco e si limitano, semmai, a reinvestire nelle scommesse ciò che quel gioco ha fruttato in precedenza. Fa fede, in questo senso, il dato sulla spesa e quel dato è negativo dell’anno scorso rispetto all’anno precedente eno 8,8 per cento: una caduta senza precedenti, di cui ha pagato le conseguenze soprattutto l’erario che già due anni fa aveva conosciuto una contrazione di gettito di un terzo di punto, e quest’anno ne registrerà un altro negativo di 4,6 punti.
È ovvio che questi giochi siano adesso in ribasso anche serio, per non parlare della Lotteria Italia, considerata un pezzo di antiquariato travolto dai nuovi giochi on line.Questi ultimi poker cash e giochi di casinò restituiscono ben il 97% del giocato e anche se la spesa complessiva è piccola si sa che è difficile rimetterci: pochi sogni, poche fortune sfacciate e un piccolo gruzzolo ecumenicamente distribuito. Le slot casinò online, ad appena un mese dalla loro introduzione hanno già raccolto 122 milioni di euro, ma a fronte di una spesa effettiva di appena 7,3 milioni. L’unico a non guadagnarci più come una volta, in tutto questo, è lo Stato che complessivamente – si diceva – ha perso 4,63 punti percentuali sono nell’arco di vigenza del governo Monti, cioè negli ultimi 13 mesi.
Se guardiamo i giochi da un punto di vista del gettito fiscale il Gratta e Vinci ha perso il 15,8%, le scommesse ippiche il 20,4%, il mitico Superenalotto si è lasciato per strada il 25,6% del gettito fiscale e il Win for Life ha ridotto i suoi benefici erariali addirittura del 78,5%. Le Sale Bingo istituite da D’Alema sono un flop. Le sale scommesse volute dalle liberalizzazioni di Bersani battono il passo. Berlusconi adesso promette l’abolizione dell’Imu invocando una possibile copertura nel gettito fiscale dei giochi. Ecco: in tempo di magra e di elezioni, conviene valutare questi risultati La Fortuna d’altronde ha gli occhi bendati. Vogliamo affidarci a una signora così per giocare nei casinò online? Bisogna pensarci bene.