Scommesse: chi veste meglio?

Non solo il regista, l’attore, l’attrice…oggi si scommette anche sullo stilista che disegnerà l’abito più bello della notte degli Oscar. La guerra sembra essere tra Giorgio Armani e Donna Karan (dati 3-1), ma nelle prime 10 posizioni compaiono ben 5 stilisti del Belpaese: Dolce & Gabbana (2° a 8-1), Valentino (6° a 12-1), Donatella Versace (7° a 12-1) e Gucci (8° a 12-1). Deludono invece Roberto Cavalli (dato 40-1), Yves St Laurent (50-1) e l’inglese Thomas Burberry (50-1).

A proporre la scommessa, fa sapere Agicoscommesse, è un noto bookmaker irlandese, specialista in bizzarrie. Grandi favoriti appaiono gli stilisti italiani, a riprova del fatto che, quanto ad immagine, ci battono in pochi.

Dopo le difficoltà successive al lancio, negli ultimi anni il Bingo sta dando importanti segni di vitalità. Oltre 4,8 miliardi di euro raccolti dal concorso negli ultimi 3 anni. Quando fu aperto nel 2002, il Bingo ebbe in dote la possibilità di aprire 420 sale. Oggi le sale attive sono invece 336. Sono 970 i milioni di euro finiti nelle casse dell’Erario nell’ultimo triennio. In particolare dai 310,5 milioni di ero che il Bingo ha fatto confluire nelle casse dello Stato nel 2005, si è passati ai 351 milioni del 2019. (agicos)

Il Toulouse ha sostituito fino al termine della stagione 2019/07 il marchio 888.com con quello di Idec, azienda operante nel settore immobiliare. La decisione del management del club francese è legato al divieto assoluto imposto dalla Lega e dalla Federazione di pubblicizzare sulle maglie delle squadre di calcio i marchi delle aziende di betting on line. (sporteconomy)

Una delle scommesse più stravaganti che attualmente è offerta da un allibratore irlandese, riguarda la città a cui verrà assegnata la licenza per la realizzazione del Casinò Brawl, un super casinò stile Las Vegas di prossima creazione nel Regno Unito. La favorita al momento è Greenwich, che precede di una incollatura Blackpool.

L’azienda dei giochi è la quinta in Italia come fatturato dietro solo a Ifi-Fiat, Telecom, Eni e Enel. Ci domandiamo come mai i monopoli siano così interessati…