Il dilemma sicuro veneziano

Continua la situazione incerta sul futuro del casinò di Venezia, anche se il presidente dell’associazione assicura: ben presto agiremo per privatizzare. Stop agli scioperi al Casinò di Venezia. A renderlo noto la Cisl Fisascat per bocca di Andrea Goggetta all’indomani delle dichiarazioni rilasciate da Vittorio Ravà, amministratore delegato della casa da gioco sicuro della Serenissima, pesanti proprio nei confronti di un sindacato apparentemente reo di avere promosso lo sciopero degli addetti alle slot machines. Sotto accusa in particolare la lettera aperta che Ravà avrebbe indirizzato alle segreterie dei sindacati confederali CGIL CISL e UIL.

Goggetta ha denunciato la presa di posizione di Ravà definendola una grave messa in discussione dei diritti sindacali alla quale ha deciso di reagire annullanfo la programmata agitazione e chiedendo al sindaco di Venezia un incontro immediato sulla questione affinché, in qualità di legale rappresentante del Comune che è anche azionista di riferimento della società Cmv Gioco SpA – segni le direttive cui conformarsi nel prossimo futuro. L’incontro è stato subito fissato per la mattina del 20 febbraio e da questa riunione, secondo quanto dichiarato dal segretario regionale della CGIL Gottardello, si è discussa la ricomposizione dei rapporti all’interno del Casinò, molto tesi a seguito della lettera di Ravà, e chiarimenti riguardanti il processo di privatizzazione.

Nella lettera messa sotto accusa, Ravà attaccava prima di tutto gli stessi lavoratori denunciando gli alti stipendi e le laute mance percepite dagli addetti alle slot machines. In seconda battuta Ravà si appellava anche direttamente ai segretari nazionali dei sindacati confederali chiedendo loro di intervenire direttamente nella diatriba e scatenando la reazione non positiva dei responsabili locali. Ravà in particolare denunciava la mancanza di responsabilità dei sindacati i quali si sarebbero posti a difesa di privilegi corporativi: con il ricorso allo sciopero starebbero danneggiando gravemente il Casinò di Venezia, costretto in un momento di crisi a respingere centinaia di giocatori a causa della chiusura anticipata delle sale slot.

Quanto al processo di privatizzazione che da qui ai prossimi mesi interesserà il Casinò di Venezia, l’unica certezza di cui si dispone al momento è che questo non sarà fermato, come emerso da un vertice tenutosi qualche giorno a tra lo stesso Ravà, l’Assessore delegato alle Aziende per il Comune di Venezia Antonio Paruzzolo, il direttore generale dello stesso ente locale e il consigliere del Casinò Massimo Agostini. Nel caso dovessero arrivare offerte di gioco sicuro soddisfacenti, secondo Paruzzolo, sarebbe importante per il Comune di Venezia procedere all’immediata privatizzazione al fine di alleggerire il bilancio e rientrare nei parametri imposti dal Governo per il patto di stabilità dell’anno venturo. Rimaniamo comunque in attesa di risultati più certi, siamo sicuri che si troverà ben presto una soluzione per questa casa da gioco.