Il destino poker dell’Italia

La parola d’ordine in un mercato ristretto dai confini nazionali come il nostro dovrebbe essere proprio diversificare. Ma le sale da poker online non riescono ad uscire dal loro recinto di gioco su internet, visto che il live rimane sempre una chimera. La dicotomia poker online poker live, intesa come due mondi diversi che non si incontrano, se non quando si giocano i satelliti virtuali che qualificano agli eventi terrestri, è destinata a scomparire nel tempo. Basta guardare a PokerStars e alla sua sempre maggiore presenza nel mercato del gioco live. È notizia di oggi che la poker room numero uno al mondo aprirà la sua terza sala live, in quel di Macao, dopo Madrid e Londra. E siamo sicuri che presto o tardi anche altre room seguiranno il suo esempio.

E in Italia? Per il momento tutto ciò è impossibile.

Ancora resta da capire se giocare a poker live sia legale al 100% o meno, con o senza un regolamento attuativo che ormai è sempre più in fondo all’agenda politica nazionale, a prescindere da chi ci governa. Come ben sappiamo il termine per il bando di gara è scaduto a fine gennaio e già non se ne parla più, come se fosse una cosa normale. Come se l’Italia non fosse in colpevole e infinito ritardo. Come si è già ipotizzato, se e quando tornerà il poker live in Italia al di fuori dei casinò, a poter aprire sale da gioco dovrebbero essere gli operatori già in possesso di una regolare licenza rilasciata dall’AAMS.

Una possibilità, questa, che soprattutto le poker room minori che hanno velleità di crescita non dovrebbero lasciarsi sfuggire, se volessero davvero erodere quote di mercato ai giganti del gioco a pagamento.
Il bacino d’utenza in Italia è quello che è: le poker room non possono aprire agli stranieri, il boom del poker è alle spalle e il ricambio non è affatto continuo. Ecco perché diversificare diventa una strategia fondamentale, se non l’unica, soprattutto per le realtà più nuove o più piccole, che avrebbero la possibilità di farsi conoscere sul territorio e potenzialmente portare nuovi giocatori anche sulla propria piattaforma virtuale.

Se è vero, come raccontano i sondaggi, che l’Italia è un popolo ancora piuttosto refrattario all’utilizzo della rete e dei computer, sembra che un italiano su tre non navighi abitualmente, là fuori c’è una massa di potenziali giocatori che magari non si sentono all’altezza di smanettare su una poker room online, ma che lo farebbero volentieri. Ecco che le poker room live potrebbero essere un passo intermedio, un catalizzatore in grado di raccogliere nuovi giocatori. E a beneficiarne, dunque, sarebbe tanto il gioco di poker online quanto, ovviamente, quello terrestre. Speriamo dunque in un risultato positivo per il futuro dell’Italia del poker, sia quello dal vivo che quello online.