Facebook, il social network più conosciuto al mondo, ha posto dei divieti sulle pubblicità di alcuni prodotti che comportano rischi intrinseci tra cui: armi, prescrizioni di antidolorifici, tabacco, giochi online e latte. La strana lista ha fatto immediatamente sorgere la domanda in merito ai criteri utilizzati da Facebook per determinare quale pubblicità debba essere bloccata sul sito. Il Centro per la Libertà dei Consumatori ha rilasciato una dichiarazione in cui sostiene che il latte non dovrebbe essere considerato allo stesso modo di altre pubblicità di prodotti discutibili e ha chiesto spiegazioni.
Gli operatori di gioco online, più abituati degli allevatori di mucche da latte ad essere “snobbati” a causa di un’immeritata reputazione negativa, si sono trovati nel mezzo di una faida pubblica scatenata da Facebook per mantenere un’immagine neutra e artificialmente “pulita”.
Messi a confronto con la strana lista, i manager di Facebook, che sono dei maestri nel rigirare le situazioni, hanno rilasciato una dichiarazione in cui affermano che non volevano contrastare l’industria casearia, ma semplicemente rispettare le leggi di alcuni Paesi che proibiscono l’utilizzo del latte come prodotto offerto in premio in alcune competizioni. Un portavoce del social network ha riferito che le regole saranno modificate per consentire la pubblicità del latte, vietando solo la promozione del latte a prezzi scontati.
Chi conosce l’industria del gioco online potrebbe citare numerosi studi oggettivi che dimostrano l’assenza di pericoli nel gioco online e che confutano i pregiudizi rispetto ai danni sociali da esso prodotti. Inoltre, come hanno fatto notare diversi avvocati, Facebook può accettare pubblicità da qualsiasi settore. Se l’organizzazione deciderà di preoccuparsi di più dell’immagine che dei fatti, i casinò online non avrebbero alcuna scelta se non quella di accettare la politica.