Editoriale sul LA Times, WTO vs USA

Questa settimana, la lettura pasquale americana è stata una breve, ma molto informata opinione editoriale sul Los Angeles Times che ha esaminato la natura discriminatoria della legislazione degli Stati Uniti riguardo al gambling online.

Sotto il titolo di “Get rid of Gambling Restrictions” (Liberatevi dalle restrizioni sul Gambling)”, l’articolo editoriale aperto sostiene che gli Stati Uniti non hanno problemi con la lotteria, ma quanto si parla di scommesse sportive attraverso i confini interstatali e internazionali, le cose cambiano.

E poi conclude “Non devrebbe essere cosi” L’autore fa punta alla natura – tipo Davide e Goliath nel confronto tra gli Stati Uniti ed il governo di Antigua e Barbuda davanti alla World Trade Organisation (WTO), che gli isolani hanno recentamente vinto, nonostante un’apello dagli Stati Uniti.

Presupponendo che il governo della piccola isola caraibica potrebbe essere il fattore che obblighi il suo vicino immensamente potente ad aderire, l’autore fa notare la natura discriminatoria delle eccezioni legislativie per l’ippica, la lotteria statale e fantasy sports da parte degli Stati Uniti.

“Da 1960, non è legale ,secondo la legge federale accettare o fare scommesse sportive usando linee telefoniche interstatali o internazionali” continua l’articolo “Il Federal Wire Act del 1961 e le misure susseguenti sono state interpretate per proibire anche l’online gambling, o almeno gambling sugli sport. La questione è se quelle leggi costituiscono una discriminazione arbitaria e ingiustificabile” contro le ditta straniere”. “E’ così? La risposte è si per Antigua e Barbuda – e anche il WTO è d’accordo. Anche noi”

Forse probabilmente, lo scrittore afferma che la proibizione americana, che ha mirato a prevenire transazioni finanziarie con ditte gambling ha avuto poco effetto “Non hanno fermato gli americani a scomettere (e perdere) millioni di dollari ai casino online ed alle operazioni di bookmaking straniere. Però, la politica dagli Stati Uniti ha dato fastidio a tanti dei suoi soci in affari, includendo Antigua e Barbuda, che,nel 2003, hanno chiesto al WTO di emettere un giudizio sulle restrizioni del gambling degli Stati Uniti che hanno violato un trattato internazionale che governa il commercio dei servizi.”

“Nel 2005, una giuria d’ appello ha accettato l’ argomento degli Stati Uniti che le restrizioni fossero necessarie per proteggere l’ ordine e l’ etica del pubblico.”Ma col permettere salotti di scomessa off-track – cioè che non sia nell’ippodromo – negli Stati Uniti,” ha decretato il WTO, “Il congresso ha creato un’eccezione alla proibizione del gambling remoto che discrimina contro gli allibratori stranieri”.Dopo ancora due anni di liti sul significato dell’ordine, un tribunale della WTO ha decretato alla fine del mese scorso che gli Stati Uniti non hanno proceduto a norma di legge.

L’editoriale conclude con il punto di vista che gli Stati Uniti affronteranno sanzioni commerciali dal WTO se non metteranno in pratica una delle due cose: amettere che le scommesse sui cavalli dall’estero non sono una minaccia più grande alla fibra morale della nazione di quella di un salotto OTB, oppure dichiarare i salotti OTB (off track betting) illegali. “Forse non faranno ne l’uno ne per l’altro. Se è cosi, Antigua e Barbuda potrebbe chiedere al WTO di pensare al perchè la vendita interstatale dei biglietti della lotteria – una forma di gambling sostenuta dello stato- sia meno ipocrita della posizione degli Stati Uniti sui cavalli”.