Carte e fiches compagni di bevute

È un argomento venuto fuori in diverse occasioni anche a livello internazionale, per via di “incidenti diplomatici” più o meno divertenti accaduti persino ai tavoli da poker dei grandi tornei: l’alcool è spesso uno degli occupanti di quei tavoli. Secondo la mia esperienza è difficile generalizzare, perché gli effetti dell’alcool sono talmente vari da persona a persona che non si può davvero dire “si gioca meglio da sobri” o “si gioca meglio con qualche birra in corpo”. Siccome di scene rilevanti su questo argomento ne ho viste parecchie, cercherò di fare il punto della situazione, riflettendo in maniera quanto più possibile obiettiva.

Tanto per cominciare, la prima distinzione importante è il luogo in cui si gioca. Se si gioca al tavolo di un casinò, la tolleranza su un potenziale comportamento che disturbi gli altri giocatori è scarsa: si viene buttati fuori senza troppi complimenti, specialmente se si sta prendendo parte ad un torneo. Se si gioca a poker online, nel 90% dei casi si è soli davanti al proprio computer o smartphone. Non è esattamente saggio rischiare di annebbiare la propria mente se non c’è nessuno in giro a farci notare che stiamo buttando via il nostro stipendio… Una partita in una casa privata, fra amici, è forse l’unica occasione in cui un paio di bicchieri in più si possono concedere, perché si è fra persone di cui ci si fida, che ti possono aiutare a capire quando è il momento di rallentare e che magari sopportano anche qualche battuta fuori luogo.

Ma mandare giù qualche drink mentre si gioca non è necessariamente uno svantaggio. Badate bene, dipende dai singoli casi. Ma al tavolo da poker mi è capitato di vedere persone brille (e anche qualcosina in più) diventare assolutamente illeggibili. Ci si muove di più, le espressioni facciali cambiano di continuo, la faccia si colora… Credetemi, non è facile leggere una persona in queste condizioni, il che gioca decisamente a suo vantaggio. Esagerare un pochino i propri sintomi può non essere poi una cattiva idea.

Certo nel panorama internazionale si sono verificate situazioni abbastanza estreme, che hanno gettato nel ridicolo grandi campioni. Come al WSOP del 2008, quando Scotty Nguyen ha vinto 50.000$, e neanche lui sa come visto che era completamente ubriaco. Il suo comportamento in quell’occasione è stato estremo e inappropriato, soprattutto visto il contesto. Viene da chiedersi come si siano sentiti i suoi avversari, battuti da un tipo che sbandierava le proprie carte mostrandole al pubblico a mala pena tenendosi dritto sulla sedia. Il giocatore si è in seguito scusato con i propri avversari e il proprio pubblico, ammettendo l’inaccettabilità della propria condotta. Invece non se l’è cavata con delle scuse il giocatore scandinavo che, durante un torneo in Portogallo, dopo essersi allontanato dal proprio tavolo per una pausa è tornato a sedersi al posto sbagliato, incapace di distinguere le varie postazioni, e ha pensato bene di andare all-in… con lo stack di un altro giocatore. Insomma, i rischi sembrano essere più dei benefici.

Attenzione quindi: bevendo le inibizioni calano. E per inibizioni si intende anche l’attaccamento al denaro. Ricordatevi che il gioco è bello se è gioco sicuro. Vero è che se si è sul genere “tirchio che non rischia mai” una birra può aiutare a lasciarsi andare un po’ di più, ma da lì a rilanciare con le chiavi della propria macchina solo per battere quel brutto muso seduto di fronte il passo è breve. E soprattutto: che si vinca o si perda, smettere di giocare con dell’alcool in corpo è più difficile. Se giocate online, assicuratevi di avere una prepagata a fondo limitato, o il vostro più prezioso possedimento potrebbe rimanere il mouse con cui avete cliccato su “rilancia”.